Quando una coppia decide di sposarsi, tra le prime cose a cui pensare ci sono sicuramente le pubblicazioni di matrimonio. Sembra una cosa semplice (e in effetti lo è, niente paura), ma ci sono alcuni passaggi da conoscere. In fondo, non è una cosa che si fa tutti i giorni!

State per iniziare con le “grandi manovre”? E allora vi spieghiamo cosa si intende per pubblicazione di matrimonio, cosa bisogna fare e quali documenti servono per la richiesta in Comune.

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Che cosa sono le pubblicazioni di matrimonio?

Con il termine “pubblicazione di matrimonio” si intende la procedura tramite cui l’ufficiale dello stato civile verifica che non ci siano possibili impedimenti alla celebrazione delle nozze, sia civili sia religiose. Come si evince dal termine, la decisione viene poi pubblicata, ovvero esposta all’albo pretorio del Comune. 

Le pubblicazioni di matrimonio esistono da secoli: furono infatti introdotte per la prima volta dal Concilio di Trento nel Cinquecento tramite il decreto Tametsi e poi riviste nel tempo. Lo scopo iniziale era evitare i matrimoni clandestini e prevedeva che il nome degli sposi fosse inserito nei registri parrocchiali.

Poi, a inizio Novecento, la procedura relativa al rito civile è stata perfezionata. Oggi la pubblicazione serve sostanzialmente per verificare che gli sposi posseggano i requisiti di legge necessari per unirsi in matrimonio. Inoltre, vengono pubblicate per dare la possibilità a chiunque ne abbia interesse legittimo di opporsi.

Come funziona la pubblicazione di nozze?

Per richiedere le pubblicazione di matrimonio o unione civile bisogna recarsi nel proprio Comune o compilare il modulo telematicamente tramite autenticazione CIE, CNS o SPID. Quando il modulo viene consegnato o trasmesso, la persona incaricata dell’ufficio di stato civile può avviare la pratica. Contestualmente, il suo compito è anche quello di richiedere tutti i documenti necessari, ovvero:

  • copia del codice fiscale di entrambi gli sposi;                      
  • copia del documento d’identità di entrambi gli sposi;
  • copia del nulla osta al matrimonio rilasciato dal Consolato se gli sposi sono stranieri;     
  • copia del passaporto se gli sposi sono stranieri;                  
  • domanda di pubblicazione del matrimonio religioso rilasciata dal parroco o dal ministro del culto;
  • copia documento di identità dell’interprete se uno dei due sposi non comprende la lingua italiana.                

Dopo aver consegnato tutta la documentazione richiesta, gli sposi verranno contatti per firmare il verbale della richiesta di pubblicazione di matrimonio e per concordare la data e la sala della celebrazione delle nozze (o altre strutture autorizzate, come ad esempio ville private e castelli). Nello stesso giorno verranno richiesti anche altri moduli firmati, ovvero:

  • la scelta del regime patrimoniale;
  • eventualmente, la richiesta di celebrazione delle nozze presso altro Comune.

È poi importate sottolineare che, se l’ufficiale di stato civile riscontra dei difetti, può rifiutare la pubblicazione di matrimonio. I nubendi potranno eventualmente provvedere a soddisfare tutte le richieste oppure, nel caso non fosse possibile, ricorrere al tribunale.

Cosa succede se non si rispettano le tempistiche?

Un’altra cosa importante da ricordare è che la durata di esposizione delle pubblicazioni di matrimonio è di otto giorni, più altri tre giorni per un’eventuale opposizione. Ci si può poi sposare dal quarto giorno compiuta la pubblicazione per 180 giorni. Nel caso in cui le nozze non vengano celebrate nei termini prescritti dalla legge, le pubblicazioni di matrimonio si considerano come non avvenute e bisogna ripetere tutta la procedura.

Casi speciali

Ricordiamo anche che i minorenni che hanno compiuto i sedici anni possono richiedere le pubblicazioni di matrimonio, ma solo se hanno ottenuto l’autorizzazione da parte del Tribunale dei minorenni competente. 

Nel caso in cui le nozze vengano celebrate senza la pubblicazione, il matrimonio è valido ma irregolare. Per questo, gli sposi sono tenuti a pagare un’apposita ammenda. Solo il tribunale, in casi molto specifici, può autorizzare l’omissione delle pubblicazioni di nozze: può trattarsi di una situazione che vede in pericolo di vita uno o entrambi gli sposi.

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