In attesa di riaprire gli atelier e riaccogliere chi si sposerà nel 2021, lo staff di Sposae non si ferma: quale miglior occasione per dare appuntamento (virtuale, per ora) a una delle nostre coppie per la consueta Intervista con gli sposi?
Ilaria, che l'aveva seguita nella scelta dell'abito, ha chiamato la nostra sposa Chiara De Stefani e si è fatta raccontare il suo grande giorno. Nella chiacchierata ha fatto capolino anche lo sposo, Stefano Pugnetti, che ci ha regalato attimi di ilarità. Ecco il racconto divertente e appassionato della loro giornata, a cui non è mancato nulla (a parte la musica, ma vedremo poi perché...).
Qual è stata la vostra data del matrimonio?
“Il 16 giugno 2016”, racconta Chiara, “l’abbiamo fatto in mattinata, alle 11, ed è stato il classico matrimonio ‘antico’… è partito dalla mattina alle 7 meno un quarto con la mia preparazione ed è durato fino alle 4 della mattina successiva”.
Come vi siete conosciuti?
“Ci siamo conosciuti in Croce Rossa”, ricorda Chiara, che ci spiega come tutto sia nato da una serata di presentazione dell'associazione, a cui entrambi erano presenti, anche se in quell’occasione non c’era stato alcun colpo di fulmine. “Accompagno mia mamma alla presentazione e resto folgorata da questo mondo e decido la sera stessa di iscrivermi. Scopro che anche lui era presente a questa serata, ma non l’avevo minimamente considerato”.
La scintilla è scattata più avanti...
“Passa del tempo e nei vari turni ci incontriamo e diventiamo amici”, continua Chiara, “dai turni la conoscenza si è spostata poi nella vita reale”.
Chi ha fatto il primo passo?
“Lui. Mi ha invitato a uscire in maniera molto romantica, con un fiore”, ricorda Chiara, “già mi interessava e poi il sentimento è cresciuto pian piano”.
Come è stata la proposta di matrimonio?
“È stata come è tutta la nostra vita… a caso”, scherza Chiara, che ripercorre poi la proposta, avvenuta nel 2015. “Eravamo a Sorrento… era il giorno del mio compleanno e io, in maniera neanche troppo velata, mi aspettavo che arrivasse questa proposta”.
“Dopo una cena su questa terrazza panoramica molto bella, torniamo in camera e trovo la torta con la bottiglia di spumante”, continua Chiara, che ricorda anche un piccolo contrattempo: Stefano aveva chiesto al concierge dell'hotel una torta al cioccolato con spumante dolce, ma in camera hanno trovato una torta alla panna con spumante brut.
“Dopo mi fa la proposta, tutto molto carino, e mi consegna una busta… io penso ‘Boh, vorrà l’elemosina’”, scherza Chiara, “Nella busta, poiché era stato colto alla sprovvista, c’era la foto dell’anello... Penso di aver riso dall’inizio alla fine, ma in tutto questo c’era anche serietà”.
Come siete arrivati a noi? Come ci avete trovati?
“L’organizzazione è partita subito”, spiega Chiara. “Io da voi sono arrivata su consiglio di un’amica che aveva acquistato dal vostro outlet”.
“Ero arrivata dopo aver fatto varie ricerche e preso vari appuntamenti perché in realtà non mi soddisfaceva per niente il fatto che, se tu sceglievi un abito e lo provavi, poi non si potevano fare modifiche… per come sono fatta io, non mi piaceva che non ci fosse una personalizzazione, tanto che avevo pensato di rivolgermi a una sarta”.
Nell'atelier Sposae di Lissone trova proprio la nostra Ilaria, che fin dall'inizio capisce le sue esigenze. “La fortuna ha voluto che nelle prove che mi avevi fatto fare, tra i primi modelli mi avevi già fatto provare cose che mi potevano piacere", ricorda Chiara.
Non mi dimenticherò mai della tua prova, Chiara, di averti tirato su tutto il vestito per farti vedere come sarebbe diventato corto o tre quarti, perché non riuscivi a immaginartelo…
“Col senno di poi capisco che non è facile immaginare il tuo abito da sposa”, dice Chiara. “Ed è vero, anche se all’inizio pensavo fosse una frase fatta, che quando senti il tuo abito da sposa lo senti tuo… è vero… Non volevo più togliermelo… Pensavo che così era solo mio”.
Ed è stato solo tuo, perché così non c’è stato più nessun altro abito…
“Per me la parte di personalizzazione di una qualsiasi cosa, soprattutto dell’abito da sposa, è fondamentale. Sono andata ovunque, ho perso tanto di quel tempo, ma poi ho trovato quello che cercavo da voi. È stato un bell’incontro”.
Come è andato il matrimonio?
“Sveglia prestissimo, ero stata a dormire dai genitori”, ricorda Chiara. “Ansia a mille perché la sfortuna ha voluto che quel giorno minacciasse di pioggia. Noi avevamo la parte di aperitivo all’aperto… in realtà poi è andata bene perché ha piovuto durante il pranzo”.
Il rito civile è stato celebrato nel comune di Chiara, ad Assago, un luogo speciale per entrambi: proprio lì hanno seguito le lezioni della Croce Rossa e si sono conosciuti. Il pranzo si è svolto poi nella location Il Tenchio, con un allestimento floreale curato da La Fatina dei Fiori, che si è occupata anche di partecipazioni e confetti. La vettura della sposa è stata invece noleggiata da Le auto di Piero.
Qualcosa è andato storto?
“Una cosa che gli sto rinfacciando anche adesso”, dice Chiara, raggiunta nel frattempo da Stefano. “Io tenevo tantissimo al mio ingresso... Gli avevo detto 'Metti la musica, fai qualcosa che abbia un accompagnamento musicale' e lui aveva detto 'Sì, ci penso io'".
Stefano, però, si è dimenticato...
“Arrivo in comune con mio padre, super emozionati… entro: silenzio totale, camminiamo camminiamo e sento che un amico dice ‘ma non c’è la musica?’… Qualcuno mosso a compassione mi ha fatto un applauso e quindi io sono entrata che mi applaudivano”.
“Io le ho detto che la migliore musica per me sono i suoi passi che vengono verso di me”, ironizza Stefano. “Ovviamente me ne ero completamente dimenticato”.
“Poi arriviamo alla location e troviamo gli invitati dimezzati”, continua Chiara: pensando di dover aspettare molto tempo per il servizio fotografico, gli ospiti erano andati a fare un aperitivo. “Noi siamo arrivati salutando ma non c’era praticamente nessuno”, dice Chiara, ridendo al pensiero di quell'ingresso insolitamente tranquillo.
E la luna di miele?
“Due giorni dopo siamo partiti per la prima luna di miele, perché ne abbiamo fatte due: la prima a Cipro, di due settimane, e la seconda a fine novembre, siamo andati a Cuba.”
Chiara, c’è un consiglio che vorresti dare alle spose che stanno organizzando ora le nozze?
“Sì, non per la parte organizzativa, ma per la giornata”, dice Chiara. “Durante la giornata sei completamente frastornata… quindi consiglio di dare delle direttive o comunque affidarsi a una persona vicina che ricordi quello che tu non riesci a ricordare e dia direttive al catering, al fotografo… una persona fidata, con cui hai confidenza, o una wedding planner che segua tutti gli aspetti pratici che tu non puoi seguire perché in quel momento stai vivendo di emozioni”.
L'intervista finisce con una risata: “Se avete bisogno di un wedding planner, mio marito è disponibile: fallimento in 3, 2, 1!", scherza Chiara, che non perdona (si fa per ridere, Stefano!) quell'ingresso senza musica, colpa della sua piccola dimenticanza.
Ringraziamo Chiara e Stefano per aver chiacchierato con noi e condiviso il racconto delle loro nozze: siete una coppia speciale, un abbraccio da tutti noi di Sposae!