Secondo la scienza, c’è una possibilità su 10.000 di trovare un quadrifoglio in un campo di trifogli. Per questo è da secoli il simbolo della buona sorte: le quattro foglie rappresentano la speranza, la fede, l’amore e la fortuna. E proprio il quadrifoglio è il simbolo che hanno scelto per le loro nozze Ilaria Giotto e Matteo Pozzi, la coppia che è passata a trovarci in atelier a Lissone per il nostro consueto Aperitivo con gli sposi.
Ci hanno raccontato come è andato il loro matrimonio, che si è svolto lo scorso settembre: in un anno che molti considerano "sfortunato", la loro cerimonia è stata perfetta. “Tutti si sono trovati bene”, ci ha detto Ilaria. “Tanta gente ci ha detto ‘Che bello, anche domani rifarei la stessa giornata’”.
Come vi siete conosciuti?
“Ci siamo conosciuti al calcetto del giovedì”, dice Matteo. Era il 2012 e Ilaria andava a veder giocare altri amici e suo cugino, poi sostituito in porta proprio da quello che sarebbe diventato suo marito. L’amore è arrivato solo nel 2016, complice un amico in comune che le ha fatto immaginare che potesse nascere qualcosa in più tra di loro.
“Io ho cercato di farle cambiare idea”, scherza Matteo, che fortunatamente non è riuscito nel suo intento. “Poi ho sentito qualcosa… non te lo so spiegare”. Non è stato un inizio facile, ma dalla difficoltà è nato un grande amore.
Come è arrivata la proposta di matrimonio?
“Io mi metto nei panni femminili e penso che sia stata una delle proposte più brutte che si potessero fare”, ironizza Matteo. “Non sono una persona molto teatrale”.
“Eravamo in montagna a ferragosto 2019”, racconta Ilaria, ricordando una vacanza in cui erano presenti anche le loro famiglie. “A pranzo finito tutti vanno via… Rimaniamo io e lui… Lui si gira e dice ‘Facciamo a settembre 2020?’”
E l’anello c’è stato?
“L’anello non è arrivato, ma fosse per lui non sarebbe mai arrivato”, dice ridendo Ilaria. Alla fine, però, sono andati insieme a sceglierlo.
Lo abbiamo visto già in tante delle nostre interviste agli sposi: c’è un abisso tra il mondo zuccheroso delle fiabe, con le sue principesse salvate da aitanti principi azzurri, e la realtà. E le storie più belle non hanno bisogno di proposte di nozze plateali, sono già speciali nella loro unicità.
E la data quando l’avete decisa?
“Inizialmente avevamo scelto il 12 settembre”, dice Matteo, ma alla fine la scelta è caduta sul 19 settembre 2020. Da lì sono partiti con il classico giro dei fornitori, che si è rivelato semplicissimo, a partire dalla location, A cà del Zep, a Cogliate. “Questo è il posto giusto per noi, confermiamo prima che ce lo rubino”, ci dice Matteo.
Come siete arrivati da Sposae a Lissone?
“Io conoscevo già il posto perché ero stata testimone di una mia amica”, dice Ilaria. “Avevo in mente un vestito che avevo visto alla sfilata. Quando l’ho provato mi piaceva… ma quando Evelyn mi ha proposto un’alternativa… panico! Poi mi sono fidata del mio istinto e del suo occhio”.
Ilaria e Matteo hanno scelto uno dei nostri pacchetti sposi, con abito da sposa e completo da sposo. “Ho preso appuntamento e subito il primo giorno ho trovato quello che mi piaceva. Ne ho provati cinque e al quarto ho detto ‘è questo’”, continua Matteo, che si è sentito un po' James Bond nel suo abito elegante.
Avete scelto il verde come colore: come mai?
“A noi piace tanto l’idea del quadrifoglio come portafortuna, che è legato anche al mondo delle auto sportive”, racconta lui. “Abbiamo anche usato la mia macchina che è una Giulietta Alfa Romeo Quadrifoglio”.
Rinascita, fiducia e passione: la storia del Quadrifoglio Alfa Romeo ci riporta indietro nel tempo, quando negli anni Venti la storica casa automobilistica italiana aveva scelto proprio questo simbolo come amuleto per le gare agonistiche, entrando poi nella leggenda delle quattro ruote.
“Il nostro stile di vita è la semplicità”, dice Ilaria, che ha aggiunto un nastro verde al suo abito da sposa. “Qualsiasi cosa abbiamo scelto, dal vestito in su (perché è stata la prima cosa scelta), è stata fatta all’insegna di questo”.
E come sono andate le nozze?
“Tutto tranquillo… visto il periodo, mascherine per ospiti e testimoni”, racconta Ilaria. Le nozze si sono svolte con rito religioso, di mattina, e la festa è proseguita con 80 invitati, una lista leggermente ridotta causa Covid-19. E l’ingresso alla location è stato ironico. “Siamo arrivati con la canzone di Shrek, Accidentally in love”.
Poi, però, per il primo ballo Ilaria e Matteo si sono concessi una canzone romantica: hanno scelto “Portami via” di Fabrizio Moro. “L’abbiamo ballata cantando”.
Avete un consiglio da dare ai futuri sposi?
“Basarsi sul proprio istinto… se l’istinto dice no, probabilmente c’è un perché”, spiega Ilaria. “E poi non basarsi su quello che gli altri potrebbero volere. Pensare a tutti, sì, senza togliere noi”.
“Noi ci siamo trovati molto in linea con le cose che abbiamo scelto”, conclude Matteo. E la semplicità, come sempre, è l’ingrediente migliore per le nozze.
Tutti noi di Sposae ringraziamo di cuore i nostri sposi Ilaria e Matteo: è stato bello rivedervi e ascoltare il racconto del vostro matrimonio.