Il 21 marzo, subito dopo il lockdown, due sposi hanno deciso di affrontare tante "peripezie" per potersi dire comunque di sì. Il matrimonio al tempo del Covid non è stata una scelta semplice da affrontare, ma Giulia Giammarini e Andrea Raspitzu, anzi, i #RASMARINI, ce l'hanno fatta.
Li abbiamo incontrati nell'atelier di Lissone (insieme alla loro adorabile cagnolina) per farci raccontare la loro bellissima storia. Come ci ha detto Giulia, che ha indossato un abito Sposae colorato, parlare della loro esperienza serve anche per "dare un po' di sollievo a chi si deve sposare". Ecco la nostra piccola intervista, che abbiamo realizzato per inaugurare una nuova tradizione: l'aperitivo con gli sposi.
Dopo le lacrime, i sorrisi
"Abbiamo avuto le nostre crisi di pianto", ci dice subito Giulia. Lei e Andrea ricordano quei giorni che ormai sembrano così lontani. Ci raccontano dell'addio al celibato e al nubilato, per entrambi un'occasione di festa proprio la sera prima della chiusura totale di tutto il paese per l'emergenza. "Eravamo felici, poi mi arriva un messaggio da mio padre con l'articolo in cui si dice che hanno annullato i matrimoni".
Quella mattina, dopo una serata di gioia per tutti e due, è iniziata la paura. Ci sono stati i pianti, tanti pianti. Alle loro nozze avrebbero dovuto partecipare circa un centinaio di persone e alcune venivano da lontano. Come fare? Giulia ha deciso di scrivere subito alla sindaca di Arcore, il paese in cui vivono, per chiedere se fosse comunque possibile mantenere la celebrazione del rito civile per il 21 marzo. E la risposta è stata positiva: vedendo quanto fosse importante sposarsi subito per Giulia e Andrea, si è deciso di fare tutto il possibile per loro.
Grazie alla sindaca, quindi siete riusciti ad andare avanti.
"Sì, anche perché il nostro matrimonio era già stato inserito in prefettura. Se non fosse stato approvato magari ci avrebbero detto di no. Abbiamo solo cambiato i testimoni."
Partiamo dal prima: quando avete deciso di vivere insieme?
"Siamo andati a New York dopo due anni in cui stavamo insieme, ma in quel periodo non andava bene", racconta Giulia, che spiega come sia stato difficile conciliare i loro due caratteri, molto diversi e conflittuali. "Non so cosa sia successo, ma New York ci ha cambiato la vita". Da lì la scelta di andare a vivere insieme: con la convivenza si sono smussati anche gli angoli. "Io cucino e lui pulisce", dice Giulia.
Quando avete deciso di sposarvi?
"Dopo un anno e mezzo dall'inizio della convivenza abbiamo iniziato a pensarci", spiega Andrea. Giulia precisa di non aver mai sognato di sposarsi, ma che qualcosa è scattato comunque. "Ci capiamo, c'è magnetismo", dice Giulia. "Lui sa già tutto prima".
Poi la proposta in montagna, in Trentino, molto originale: Andrea aveva già preso accordi con un tatuatore per fare un tatuaggio in cui lui le chiedeva di sposarlo. E la risposta è stata sì, anche sulla pelle. "Il giorno stesso abbiamo scaricato la app di matrimonio.com".
Era un anno prima del matrimonio, vero?
"Io gli avevo detto che volevo fosse il 21 marzo perché è il compleanno di mio nonno e l'inizio di primavera", racconta Giulia. In più, sarebbe stata l'occasione per partire per il viaggio di nozze in Giappone, il loro sogno.
Qual è la prima cosa che avete deciso?
"Che non doveva essere un matrimonio normale. Non dovevano esserci un vestito bianco e le scarpe bianche con il tacco", dice Giulia. Iniziava così la preparazione delle loro nozze con rito civile. Scelgono poi Il Faro a Vimercate come location, chiedono a un'amica fotografa di scattare le foto e decidono il bordeaux come colore principale.
E poi la scelta del vestito da sposa...
"Io ho detto: a me il vestito piacerebbe bordeaux o nero. Altri colori non mi piacevano", racconta Giulia. "Io volevo un vestito corto senza spalline perché volevo mostrare tutti i tatuaggi": da Sposae a Lissone, dove aveva preso appuntamento per provare gli abiti da cerimonia, ha scoperto che poteva personalizzare il colore anche dei classici abiti da sposa. E ha trovato subito il suo modello. "A noi piaceva anche l'idea di non avere le scarpe tradizionali, infatti ci siamo sposati con le Vans", continua Giulia.
Partono così i preparativi...
"Abbiamo fatto tutti noi, a mano", spiega Giulia, che con Andrea ha passato mesi a realizzare i centrotavola, i nomi degli ospiti incisi nel legno, le bomboniere... Tutto è rimasto negli scatoloni, in attesa di poter celebrare finalmente la festa.
Veniamo al momento vero e proprio: il matrimonio al tempo del Covid. Come è stato il giorno del vostro sì?
"Eravamo in 6, con tutta la diretta Facebook. Tutti i nostri amici ci sono stati comunque vicini. Siamo riusciti a tecnologizzare i nostri papà in modo che facessero la diretta", racconta Giulia, che è riuscita a mantenere il mistero sull'abito da sposa. "Ho messo anche i tacchi, perché volevo fargli una sorpresa".
"Non me l'aspettavo minimamente", dice Andrea dell'abito, ricordando quei momenti così emozionanti. Non è stato semplice: il bacio l'hanno rimandato a casa, per rispettare tutte le norme. Poi a casa hanno passato due ore a salutare tutti gli amici in videochiamata, mentre mangiavano gli strudel preparati dalla mamma.
Avete quindi iniziato a pensare a come spostare la festa...
"Avevamo fissato anche una data, il 30 maggio", racconta Andrea. Inizialmente avevano pensato di spostare nei mesi seguenti la festa, sperando che la situazione migliorasse, ma la prospettiva di festeggiare con la mascherina non era allettante. Quindi la decisione di rimandare al 2021, nel giorno del loro anniversario.
"Mi è dispiaciuto, ma mi sento anche fin troppo fortunata", dice Giulia, riflettendo su come sia stato un giorno meraviglioso e sentito, pur trattandosi di un matrimonio al tempo del Covid, e pensando a chi non ha potuto sposarsi.
Qual è il consiglio che voi dareste ad altre coppie nella vostra situazione?
"Io dico sposati, realizza il tuo sogno", dice Giulia, "ma posticipa tutto il divertimento. Tutti dicono che senza festa non esiste il matrimonio, ma non è vero. Se la tua priorità è sposarti, puoi farlo con due persone presenti. Per me l'unica cosa era poterlo chiamare mio marito".
Un grande abbraccio a Giulia e Andrea da parte di tutto lo staff di Sposae: ci ricorderemo di voi e del vostro bellissimo matrimonio al tempo del Covid così come voi ricorderete per sempre un giorno così unico e diverso, proprio come lo volevate voi.